Nairobi

Nairobi, capitale del Kenya, è una città bellissima; è una delle più belle di tutto l’Est dell’Africa. Sorge su un ampio e accogliente altipiano, a 1675 m. di altezza, a ridosso di un gruppo di colline. Nelle sue vicinanze passa l’equatore ma, grazie alla sua altitudine, gode di un clima dolcissimo tutto l’anno.

Si può definire una metropoli europea e il turista resta piacevolmente sorpreso per gli edifici maestosi, per gli alberghi di lusso, per l’ordine che vi regna quando passeggia per i viali alberati, per le strade ampie, per i parchi e i giardini così ricchi di profumi. La città presenta un inconfondibile marchio britannico, dovuto alla sua nascita, così avventurosa.

Si pensi che Nairobi ha solo cento anni di vita o poco più. E’ sorta alla fine dell’anno 1899. In quei tempi, gli Inglesi stavano costruendo la linea ferroviaria Kenya-Uganda e la compagnia “East African Railway” cercava un campo base avanzato per materiale e per mano d’opera. Venne scelta una zona pianeggiante, ricca di acque, dal clima gradevole. All’inizio si trattava di un villaggio ma in pochissimo tempo questo si trasformò in una città cosmopolita, Nairobi appunto, così che già nel 1907 la capitale venne trasferita qui da Mombasa. Fin dall’inizio, fautori del suo sviluppo sono stati gli europei, invitati a stabilirsi come coloni nella zona, dopo la seconda guerra mondiale. Essi abitavano nelle piantagioni, ma visitavano frequentemente la città per fare rifornimento, per i giornali e la posta, per ritrovare amici turisti europei, per incontrare cacciatori e per partecipare a feste, a nozze, a safari di caccia. Erano considerati “di casa” negli alberghi cittadini E. Heminway, W. Churchill, T. Roosevelt, lord Delamere, …

La “capitale bianca” divenne un centro d’affari in cui convergevano ricchezze che sono state determinanti per il suo sviluppo: di tipo commerciale, turistico, industriale, culturale.
Oggi la città conta più di 2 milioni di abitanti e mantiene il suo aspetto cosmopolita per la convivenza di europei, di africani Kikuyu e di altre tribù, di pakistani, di indiani e di arabi.

La visita alla città è molto interessante. Qui presentiamo solamente qualche cenno.
Innanzitutto si nota la presenza di templi di diversa religione disposti a distanza ravvicinata, simbolo di pacifica convivenza tra i credenti: la chiesa luterana, quella cristiana, il tempio ebraico, le moschee sunnite e sciite, i templi indù. Poi ci sono palazzi bellissimi destinati alla pubblica amministrazione, ai vari ministeri, alla giustizia, … Tra essi spicca il grattacielo intitolato a Kenyatta, un centro internazionale di conferenze che ospita autorevoli convegni a livello mondiale; uno degli ultimi è stata la conferenza mondiale per la salvaguardia dell’ambiente a cui ha partecipato anche il ministro italiano.

Inoltre ci sono il museo nazionale, il museo ferroviario, il serpentario, i teatri, l’università, il mercato, i negozi di arte africana, …tutto veramente affascinante!

Cenni storici

Nairobi nasce nel maggio 1899 come deposito per il materiale ferroviario durante la costruzione della ferrovia dell’africa orientale britannica. Per la sistemazione del deposito venne scelta una radura a 1600 metri di altitudine chiamata Nairovì che in lingua maasai significa “luogo dell’acqua pura”.

Nel 1907 Nairobi divenne la capitale amministrativa e il malsano villaggio costituito da capanne venne bonificato e urbanizzato. Subito cominciò a svilupparsi una città cosmopolita che nel giro di 80 anni è diventata una delle più belle metropoli africane, caratterizzata da ampie strade ombreggiate e dall’ordine.

Con oltre 2.200.000 abitanti, Nairobi si estende tra i 1600 e i 1800 metri di altezza e gode di un clima ottimo tutto l’anno (16° a luglio e 21° a gennaio).

Quattro passi per la città

L’aspetto cosmopolita della città si è conservato negli anni e ancora oggi è possibile vedere Sikh in turbante attraversare la strada in compagnia di giovani manager in cravatta o donne indiane in sari accompagnate da amiche africane dalle acconciature caratteristiche. Aspetto cosmopolita che coinvolge anche le religioni ed è curioso imbattersi, all’incrocio di Uhuru highway con University way, in 4 templi: S. Andrea chiesa luterana, S. Paolo chiesa cattolica, la chiesa luterana del kenya e un tempio ebraico. Tre strade più in giù si possono trovare le moschee sunnite e sciite e diversi templi indù.

La Nairobi capitale emerge in modo netto nel quartiere amministrativo compreso tra City Hall way, Harambee avenue, Moi avenue e Parliament road. E’ qui che si concentrano ministeri ed edifici pubblici fra i quali spicca il , un gigantesco grattacielo esagonale costruito nel 1973 affiancato da una sala congressi di da 4000 posti a sedere a forma di moderno tukul.

Proseguendo per Harambee avenue e girando a destra tra la Harambee house e il palazzo del governo sulla Parliament road, si incontra sulla destra, la vecchia sede dell’Alta Corte di Giustizia e più avanti sulla sinistra il Mausoleo di Kenyatta, trasformato in un monumento al milite ignoto sorvegliato giorno e notte dalle guardie d’onore.
Girando a destra su City Hall way s’incontra la cattedrale cattolica della Sacra Famiglia e sulla sinistra il municipio.
Prendendo la parallela subito a nord, Mama Nghina street, si entra nella zona commerciale che prosegue, in un tripudio di negozi, empori, agenzie di viaggio e grandi alberghi, fino a Kenyatta avenue tra Koinangh street e Moi avenue.
Kenyatta International Conference center Proseguendo sempre verso nord si incontra il quartiere coloniale che ruota intorno al City Market e alla moschea sunnita del 1925, la Jamia Mosque. La si riconosce dalle tre cupole e dai due minareti coperti da bulbi argentati. L’interno è accessibile previa richiesta del permesso e togliendosi le scarpe ancora prima di accedere alla spianata antistante.
Nella strada parallela più a nord si trova Biashara street con numerosi negozi ricchi di cotoni africani e proseguendo ancora lungo la via si incontra la moschea ismailita Khoja Mosque.


Il quartiere culturale di Nairobi si trova a nord di University way. Qui immersa tra giardini e alberi si trova l’Università e alle sue spalle il Centro Culturale, il Teatro Nazionale, la sede dalla radio-televisione e, oltre il fiume Nairobi, la collina col Museo Nazionale, il Serpentario e l’Uccelliera.

Il Museo Nazionale merita una visita di un paio d’ore per apprezzarne l’originalità e il sapore esotico che appare già evidente dall’esterno dominato dalla grande sagoma in fibra di vetro dell’elefante Ahmed, un vero e proprio monumento nazionale. Il Museo risale al 1930 e vi si accede attraversando un portale decorato da enormi zanne d’elefante. La prima sezione che si incontra è caratterizzata dall’esposizione degli esemplari imbalsamati della fauna dell’africa orientale, un’ottima occasione per familiarizzare con le diverse specie animali e osservarne le differenze da vicino. La sezione paleantropologica è senza dubbio la più interessante e raccoglie originali, copie e calchi dei vari ritrovamenti presentati con ottimo criterio museologico. Qui è possibile apprezzare una copia in dimensione reale delle pitture rupestri tanzaniane di Cheke. Al piano superiore è possibile avvicinarsi ad alcune delle popolazioni locali attraverso esposizioni etnologiche e teche settoriali che raccolgono strumenti e attrezzi artigianli.

Appena fuori dal Museo c’è il Serpentario che raccoglie centinaia di specie di rettili conservati in rettilari o in fosse all’aperto. E’ possibile apprezzare anche una esposizione di capanne tradizionali e di antiche macchine agricole e una grande Uccelliera che ingabbia alcuni bei esemplari della fauna avicola.

Una rapida puntata alla Stazione Ferroviaria è d’obbligo per vedere il nucleo dal quale si sviluppò Nairobi. Dai tempi della costruzione della linea ferroviaria non è cambiato molto, ma per approfondire le conoscenze sugli eventi che hanno caratterizzato la realizzazione della ferrovia è possibile visitare il Museo Ferroviario.

Gli amanti dei panorami e delle fotografie non possono perdersi Ceremonial driveway e Cathedral road, dalle quali è possibile godersi il panorama dei grattacieli immersi nei giardini equatoriali.
Dalla Hailè Sélassié avenue ci si può dirigere verso il Club del Golf della ferrovia e girare a destra alla prima strada: da qui Kenyatta proclamò l’indipendenza e la repubblica davanti ad una folla vestita di coloratissimi cotoni africani. Si torna verso il centro girando a destra sulla Kenyatta avenue davanti all’ostello dell’YWCA, per poi incontrare l’hotel Serena e il monumento esagonale Nyayo costruito nel 1988 per festeggiare i 10 anni di presidenza di Daniel arap-Moi, il precedente presidente del Kenya.

 

Royal Nairobi Golf Club

Il Royal Golf Club di Nairobi fu il primo campo da golf del Kenya; nacque infatti, assieme alla sua Club House, nel 1906 e poco dopo venne denominato Royal direttamente dal Re Giorgio V.

 
Royal Nairobi Golf Club
P O Box 40221, Nairobi
Tel: 254 2 725769
Fax: 254 2 712520

Inizialmente di dimensioni modeste fu ampliato nel 1927 fino a raggiungere i 429 acri.
Situato sulla Nairobi's Ngong Road, il Golf Club di Nairobi è incorniciato dal bellissimo panorama delle Ngong Hills. Il primo campionato femminile dell'Africa dell'Est (East African Ladies' championship) fu disputato nel 1932 sotto il patrocinato del Kenya Golf Union.

Ogni anno il Royal Golf Club di Nairobi organizza il torneo estivo per il Tannahill Shield, al quale vi partecipano solo una decina dei migliori giocatori dei vari club del Kenya

Mappa Nairobi

Mappa interattiva di Nairobi

Puoi utilizzare la mappa dinamica attraverso il mouse o i comandi che vedi alla sinistra del riquadro; puoi visualizzare inoltre l'immagine stradale, quella satellitare o un ibrido tra le due.

 

Nyeri

Alla distanza di 150 km. da Nairobi, sorge la cittadina di Nyeri. E’ il capoluogo regionale della popolazione dei Kikuyu. Ha una popolazione di oltre 200 mila abitanti ed è un luogo rinomato per tanti motivi. I Kikuyu hanno qui eretto il loro primo monumento per ricordare i Caduti nella loro Guerra di Indipendenza degli anni 1952-1956, rivolta sanguinosa combattuta dai Kikuyu-Mau Mau contro gli Inglesi.

Agli inizi del 1900 la cittadina, governata dagli Inglesi, era diventata un luogo di villeggiatura rinomato sull’altopiano e da qui partivano numerose escursioni – anche di caccia grossa – nelle zone circostanti e sui monti degli Aberdare o sul monte Kenya. Ci sono ancora locali pubblici di puro stile architettonico inglese, un tempo luogo di ritrovo dei personaggi inglesi più influenti, del mondo economico, politico o culturale. Famosi erano i giardini, stupendi per le mille diverse buganvillee e per i fiori di jacarandà, fioriti a settembre-ottobre.

Durante la seconda guerra mondiale, gli inglesi avevano posto qui un campo di concentramento, dove sistemarono i soldati catturati nella guerra in Etiopia e in Somalia. Venivano impegnati nella costruzione di strade. Tra essi c’erano anche molti Italiani; vengono ancora ricordati alcuni prigionieri veneti e trentini che riuscirono a fuggire dal campo di concentramento. Gli Inglesi li catturarono mentre stavano scalando le pareti del monte Kenya; erano completamente senza attrezzatura né scarpe, ma non avevano potuto resistere al fascino di quelle rocce. Si dichiararono felici della scalata fatta, non ostante la condanna che ne seguì.

Nella città è stato eretto un Sacrario ai Caduti della Seconda Guerra mondiale e qui è sepolto anche il Duca degli Abruzzi. Era un nobile appartenente alla famiglia Savoia-Aosta, un appassionato alpinista ed esploratore. Morì nel 1933 e volle essere sepolto, in questi luoghi, “ai piedi del monte Kenya”.

Qui a Nyeri visse gli ultimi anni della sua vita anche Robert Baden-Powell (1857-1941), fondatore del movimento scoutistico. Si era fatto costruire una casetta molto spartana – il Paxtu – apposta per lui, secondo i principi che hanno ispirato tutta la sua filosofia di vita. E qui volle essere sepolto.

Nyeri è famosa anche per i suoi alberghi sugli alberi. Il primo mitico albergo sorse nel 1932: si chiamava il Treetops e sorse come lussuoso rifugio nella foresta, nella zona più orientale del parco nazionale degli Aberdare. Era sistemato su un colossale fico selvatico ed era meraviglioso per osservare la vita degli animali. Con gli anni subì incendi (1954) e numerose ricostruzioni. Ospitò molte personalità e ancor oggi è molto ricercato. Sull’esempio, ne sono sorti altri, tutti considerati sistemazioni alberghiere di qualità, originali e ambiti, all’interno dei Parchi della zona.

 

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