Malindi, il nostro paradiso
Dicono che il Kenya sia un paese che suscita sensazioni estreme: o lo ami o lo odi. Di una cosa però sono sicura: è un paese da scoprire e vivere fino in fondo.
Spiagge paradisiache che mutano totalmente a seconda dell’alta o bassa marea, una natura selvaggia a tratti florida ed impenetrabile a tratti arida e desolata, ricchi centri turistici che contrastano con la dignitosa povertà dei vicini villaggi locali. Questo è il Kenya: un paese non ancora conscio della sua bellezza.
La nostra scelta è stata un po’ casuale, volevamo fare una vacanza invernale in un paese caldo, e allettata dalle offerte delle agenzie, e (devo ammettere) anche dai prezzi abbordabili, abbiamo optato per il Kenya.
Io e Alberto siamo partiti a metà di dicembre, prima dell’esodo tipico delle vacanze natalizie, un periodo ideale (li l’estate è appena iniziata) anche se consigliano anche gennaio e febbraio.
L’impatto è stato un po’ traumatico: appena scesi dall’aereo ci siamo trovati davanti alle periferie della città, la gente riversata nelle strade e la sensazione di essere “fuori posto”. Man mano che ci avvicinavamo a Malindi (la nostra meta) il disagio lasciava il posto alla meraviglia che può suscitare solo la terra africana: la natura rigogliosa, la terra rossa, il caldo soffocante e un odore speziato che risveglia i sensi. L’arrivo alla nostra dimora ci ha lasciato senza fiato: dietro ad un imponente portone si apriva un giardino da favola che faceva da cornice alla villa dei sogni: la Kenyan House .
Ad attenderci c’erano le nostre ospiti, ed ora grandi amiche: Silvana e Murielle. Due persone splendide e passionali, innamorate dell’africa e decise a lasciare un bel ricordo di loro stesse ma soprattutto del Kenya ad ogni cliente.
Il Kenya è sicuramente un paese meraviglioso ma l’aver trovato Silvana, Murielle e la Kenyan House è stata la nostra fortuna! Dopo poche ore ci sentivamo già a casa, solo più viziati e coccolati. Nei primi giorni eravamo gli unici ospiti e inevitabilmente si è creato un clima caldo e familiare e un legame che resiste nonostante il tempo e la distanza.
La Kenyan House è una villa situata a pochi chilometri dal centro di Malindi. Le proprietarie puntano tutto sulla qualità del servizio più che sulla quantità; ci sono infatti solo 6 o 7 camere ampie e ben arredate, una dependance situata nel giardino, un immenso porticato con divani, pili-pili e tavole per le raffinate cene e, immancabile, una piscina con fondo a mosaico.
Il personale (rigorosamente locale) è sempre disponibile a soddisfare ogni esigenza, le camere pulite e riordinate ogni giorno con petali sul letto e fiori freschi, per non parlare poi delle colazioni e delle cene… ogni mattina ci attendeva una ricca colazione con una quantità abnorme di frutti esotici, marmellate fatte in casa e dolci appena sfornati. Le deliziose cenette sul portico o a bordo piscina a lume di candela sono ancora impresse nella nostra mente. Un piccolo mondo a sé, romantico ed elegante, ma al tempo stesso divertente ed alla mano.
Il primo giorno, dopo aver esplorato la splendida spiaggia deserta e ricca di dune situata di fronte alla villa, abbiamo deciso di visitare Malindi. Il mezzo di trasporto tipico del posto è il “tuc-tuc”, i paese è pieno di queste… Ape-cross, che sfrecciano in cerca di turisti da accompagnare ovunque. Ogni cosa deve essere contrattata e tutti vendono di tutto o si improvvisano guide turistiche indispensabili, a loro dire, per visitare la città. Diciamo che il turismo è la principale fonte di guadagno e la gente del posto ne è ben consapevole; sono tutti molto ospitali e rispettosi anche se a tratti decisamente troppo insistenti.
Il centro turistico di Malindi si snoda sull’unica strada asfaltata che attraversa la città, qui si susseguono bar, locali, pizzerie, banche… A poche centinaia di metri di distanza si trova invece la così detta Malindi vecchia, la Malindi autentica, dove in modeste casette vive e lavora la popolazione locale. Una miriade di capanne ammassate lungo strette e polverose viuzze, rallegrate da decine di bambini che corrono e giocano a piedi nudi chiedendo caramelle e biscotti ai pochi turisti che si avventurano in questa parte della città.
Tutte le mattina, nella pizza, si può inoltre girovagare per il mercato della frutta e della verdura (assolutamente da vedere!). Una specie di baraccopoli in cui si può trovare di tutto a prezzi irrisori e contrattabili. Non avevo mai visto nulla del genere: un susseguirsi di bancarelle caratteristiche ammassate le une sulle altre tanto da non far trapassare neppure la luce del sole. E in questa penombra si assaporano gli odori tipici dell’africa, le spezie, i frutti, …
Ma non si può andare in Kenya senza fare un safari…
I safari si organizzano direttamente “in loco”; ce ne sono di tutti i tipi e per tutte le tasche, da uno o due giorni ma anche da una o più settimane. Un giorno è sicuramente troppo poco, due giorni non sono molti ma sufficienti per lasciarsi conquistare dalla savana e dalla sua fauna.
Lungo le strade o in spiaggia i beach boy offrono safari a prezzi stracciati. Noi un po’ per sicurezza, ma soprattutto per la voglia di trattarci bene, ci siamo affidati ad un’agenzia tutta italiana che organizza safari di gran classe! Ne sentirete parlare perché lo conoscono tutti: il Kudu Camp.
Abbiamo vissuto due giorni nell’epoca coloniale, viaggiato in jeep scoperte nel cuore della savana, dormito in un capo tendato d’altri tempi… Il campo si trova a due-tre ore di macchina da Malindi; prima di raggiungerlo la nostra guida ci ha “iniziato” al safari vero e proprio facendoci pregustare le meraviglie della savana. Qui si possono ammirare paesaggi unici e indimenticabili, la terra rossa della savana (soprattutto al tramonto) è veramente suggestiva! A bordo della nostra jeep, sballottati a destra e a sinistra, abbiamo avvistato branchi di giraffe, elefanti e gazzelle.
Dopo questo primo ed emozionante safari ci siamo diretti al campo: ai confini del parco nazionale Tsavo-est sorge questa piccola colonia, un paradiso nel cuore dell’arida savana. Dal centro del campo, dove è situato un grande falò, si diramano sentieri curati e contornati da fiori variopinti che conducono ciascuno ad una tenda. Le tende, costruite nel tipico stile coloniale, sono confortevoli e dotate di ogni accessorio (compresa la doccia!).
La cena è stata servita nella tenda ristorante dove ci attendeva una tavola imbandita con cibi prelibati, tutti preparati rigorosamente al campo con mezzi artigianali. Dopo cena ci siamo riuniti tutti attorno al falò e, sorseggiando un whisky e fumando un sigaro, abbiamo ascoltato i racconti della nostra guida: Massimo, un italiano trasferito in Kenya per gestire questa attività con la sua compagna.
Una cosa che ricorderemo sempre di quella magica serata è il celo che si apriva sopra di noi, trapuntato da un numero infinito di stelle così basse da sembrare raggiungibili con un dito.
All’alba siamo partiti alla volta del parco Tsavo-est; nelle poche ore trascorse all’interno del parco, grazie soprattutto all’occhio di falco della nostra guida, siamo riusciti a vedere un’infinità animali fino ad allora visti solo alla tv: gazzelle, coccodrilli, elefanti, facoceri, … e (che culo) perfino due leonesse ed un leone sonnecchiare sulle rive del fiume.
Stanchi ma felici nel pomeriggio abbiamo ripreso la tortuosa strada di casa.
I due giorni successivi li abbiamo trascorsi alla scoperta dei villaggi e delle zone più caratteristiche.
Il Kenya si affaccia sull’oceano Indiano ma non ci si può aspettare il mare delle Maldive; a tratti è rosso come la terra della savana, a tratti infestato da alghe, ma per lo più è di un verde da cartolina.
Ma il Kenya offre veramente di tutto! E quindi, essendo amanti del mare, non ci siamo fatti mancare neppure il safari blu. Con soli 25€ abbiamo trascorso una bellissima giornata in barca con tappe indimenticabili e pranzo compreso a base di riso e pesce (pescato sotto i nostri occhi) in abbondanza. Dal porto di Malindi siamo partiti con una piccola imbarcazione diretti al parco marino. Qui abbiamo fatto una pausa per ammirare i numerosissimi pesci e per un bagno in loro compagnia. Siamo poi ripartiti alla volta di “Sardinia 2”. Dopo una breve pausa all’altezza della barriera corallina per un bagno e le immancabili foto, alle 11 siamo giunti alla tanto sospirata “Sardinia 2”. Non credo ci siano parole adeguate a descrivere un luogo così suggestivo…
"Sardinia 2” è una piccola isola di sabbia bianchissima che emerge solo con la bassa marea per scomparire dopo poche ore sotto l’influsso dell’alta marea. Prima del pranzo ci siamo avventurati alla scoperta di questa particolarissima isoletta; camminando in acqua abbiamo avvistato stelle marine, pesci colorati di tutte le specie e perfino un pesce palla! Eravamo così affascinati da questi paesaggi da favola, da non accorgerci che ci eravamo allontanati troppo… La spiaggia era stata risucchiata dall’alta marea e parte del ritorno abbiamo dovuto farlo a nuoto. Prima che l’isola scomparisse del tutto siamo risaliti a bordo, abbiamo pranzato tutti assieme, poi con calma ci siamo avviati verso Malindi.
E così siamo giunti all’ultima (bellissima ma tristissima) sera prima della partenza…
La serata è trascorsa piacevolmente: cena (ottima come sempre) alla villa, casinò e un cocktail al bar.
Quella notte però, assalita dalla malinconia, non sono riuscita a dormire; ho aspettato l’alba sul portico, poi l’ultimo bagno in piscina e l’ultima colazione. È così arrivato il momento della partenza quindi dei saluti e delle lacrime.
È stata una settimana fantastica, ricca di emozioni e di esperienze uniche. Sette giorni sono sicuramente troppo pochi per una vacanza in kenya, ma credo che alla fine sia stato meglio così; una settimana in più e non me ne sarei più andata!!!